Un incubo
Uno dei peggiori
Ogni tanto torna l'inquietudine e potrei scriverne un nuovo libro, parafrasando Pessoa
Mi sento scossa, un po' mi sembra di tremare, un po' mi sento stro la gola chiusa. Scendere in cucina, è la soluzione: due digestive in condivisione con la loppide, un falso cappuccino, che i puristi mi strozzerebbero, lo so, ma quello posso prendere e mi accontento. Mi calmo, ma non abbastanza. Apro il frigorifero: cosa c'è di più normale alle 4 am, che guardare dentro il frigorifero con il cervello spanato? Eppure, aiuta. Follia, ma penso che avrò la mattina fuori e improvvisare un pasto, potrebbe aiutare a scacciare la tensione rimasta.
Uova, verdure già cotte, formaggio. Ho i funghi secchi portati dalla montagna, potrei fare una pasta matta e mettere insieme una torta salata. La pasta matta è semplice, una base perfetta per molte preparazioni: ho imparato a usarla nei miei anni liguri, basta avere farina, olio e acqua frizzante, lasciarla riposare e tirarla sottile, come per la focaccia recchese. Rinuncio però, non mi va di sporcare e infarinarmi. Lascio perdere anche i funghi, che userò domani in altro modo. Frittatona, dunque. Cottura in friggitrice ad aria, senza aggiungere ulteriori grassi. Perfetta, con contorno di insalata, un piatto unico, visti gli ingredienti
Faccio partire anche la lavastoviglie.
I piccoli gesti della quotidianità, mi riportano alla realtà. È sempre troppo presto, mi faccio accogliere dal divano, Isi al mio fianco, il libro da finire, i social da aggiornare. Comincio a rasserenarmi e anche gli occhi hanno una loro beata pesantezza e per contro i pensieri si fanno piùleggeri. Accendo un bastoncino di Palo Santo, anche se un vago profumo del cibo cotto arriva in soggiorno.
Aspetto che faccia chiaro, non manca molto
L'incubo? Il turbamento rimane, lieve