Ero piccolissima, intorno ai 5 anni e mio papà mi portava con lui, al bar, alle ACLI, o in partito, il suo partito.
Non mi annoiavo: ascoltavo quegli uomini discutere, battibeccare e sì, erano tutti uomini, ma con un sindaco donna, credo una delle prime in Italia. Ascoltavo dunque, ma sviluppavo una ipercriticità e, se a casa contestavo duramente, fuori di più. Litigavo, ma, avevo Milano come luogo di fuga, più che di studio. Crescevo, imparavo comunque, leggevo molto.
Il primo lavoro nel mondo politico, il secondo pure. Con il passare del tempo aumentava la mia insofferenza, soffrivo situazioni e personaggi, non mi adattavo
Ora ripenso a quel tempo e per assurdo mi ritrovo a rivedere quella politica in modo diverso, quella che almeno alla base era preferibile a questa che vivo ora. Nonostante tutto.
In questi ultimi anni, si è sdoganata una cattiveria gratuita, fatta di superficialità, di ignoranza, mancanza di conoscenza storica, arroganza. La res publica pare non esistere più, le capacità individuali sono state soppiantate da chi urla più forte, sa raccontarsi e fare meglio la storeytelling sui social, ma come un cartonato, ha il vuoto dietro. Il re è nudo, ma tutti vedono quello che viene detto loro
Rimango l' idealista di sempre, quella che comunque vada, ha come priorità i diritti di tutti, ma guardo l'agire intorno a me, in modo sempre più disincantato
Ho dei bravi compagni e compagne di avventura, qualcuno più determinato di altri, ma...
"Chi dice ma, cuore contento non ha", sento la voce familiare che mi ripeteva, con un proverbio, di non finire mai una frase con un ma. Eppure...
Ecco i miei soliti puntini di sospensione, quelli di attesa
Ogni alba ha i suoi dubbi, diceva Alda Merini. Ecco. ho tante albe dietro le spalle e una montagna di dubbi da svelare davanti a me