STORIE D'ESTATE
Luglio, tanti, ma proprio tanti anni fa, era il mio mese preferito.
Chiusa la scuola, nessun impegno se non quello di cercare ostinatamente qualcosa di bello da leggere in pomeriggi afosi e sonnolenti.
Tapparelle e scuri a creare penombra con il silenzio interrotto solo dal sibilo del ventilatore e dal mio sbriciolare il ghiaccio con un pesta bistecche, sul lavello di ceramica bianco, tanto da scheggiarlo, ma godevo delle granite con zucchero e caffè; me le sorbivo sdraiata sul pavimento di marmittoni tirato a specchio della mia camera e leggevo. Il mondo fuori non mi interessava, lo avrei intercettato dopo. Non volevo saper ricamare, come mi veniva chiesto, non mi piaceva, come non mi piacevano le chiacchiere nei cortili. Le pativo.
Forse è vero che non ho saputo fare altro che quello, leggere. Di tutto. Libri giusti in tempi sbagliati, ma libri sbagliati invece ce ne sono? Forse non belli, alcuni decisamente brutti, ma ogni scritto ha una propria personalità e un proprio tempo. Alcuni testi, però, li ho proprio odiati
A 11 anni mi sono ritrovata fra le mani Lawrence, D'Annunzio, Emilie Zola: pagine rovinate dal tempo, ingiallite, ma con le copertine in brossura azzurre e bianche, lettere dorate. Erano in soffitta, in un bauletto di mio nonno. Se Teresa Raquin l'ho letto con ansia, la Figlia di Jorio, mi risultava insopportabile. Mi piacevano i personaggi di Lawrence, ma cosa fosse il delta di Venere, lo avrei scoperto molto più tardi. Avevo già letto Verga ed ero affascinata da quelle atmosfere cupe, da quel parlare strano, ma mi innamorai di Pavese, della sua Casa in Collina. In ogni libro scoprivo un paese, lo immaginavo; a volte sapevo di averlo conosciuto. La Strada di San Giovanni di Calvino, era Liguria, già nelle prime righe, cosi come la Luna è I Falò, le Langhe, che ricordavano la casa di un prozio materno arroccata su una collinetta sopra il Tanaro: ci avevo passato le mie primissime estati. Se da bambina, mi immaginavo Jo di Piccole donne, da preadolescente avrei pianto con Anna Frank, nel suo nascondersi con nel cuore il giovane Peter, da adulta, mi sarei sentita Fermina Daza di Marquez
Libri per giovinette, troppo melensi per i miei gusti, a loro preferivo i gialli Mondadori, passione che continuò negli anni, da collezionista.
Ogni anno una scoperta. La Biblioteca Comunale, senza grandi controlli , offriva quello di cui avevo bisogno, ma alcuni libri ebbero necessità di riletture per poter essere compresi.
Tomi riletti davvero allo sfinimento, che ancora oggi riapro per risentire il gusto di alcune frasi, per goderne il senso, per scoprire altro
Preparo i bagagli, è tempo di riaprire la casa in montagna. Ho accantonato una decina di cartacei di nuova lettura, altri sono in preordine sul Kobo, su alcuni sono indecisa. Seguirò l'istinto, ma sarà l'umore a prevalere
Di parole scritte mi nutro, leggo anche mentre mangio se sono sola, ma con mia mamma, eravamo in due al tavolo a leggere. Solo noi due, ovviamente, in una rara complicità
Comunque sia, buona estate, in lettura magari