SCHERZETTI?


Non so, ma mi sono quasi convinta che dall'alto del suo cielo, mio papà mi abbia tirato uno scherzetto.
In effetti, ieri ricordavo divertita, il giorno festivo, in cui il genitore, venne colpito da un brutto colpo della strega, mentre si chinava a raccogliere qualcosa in bagno. Si bloccò in un modo tale, che si fu costretti a chiamare mio nonno e mio zio, che abitavano a fianco, per portarlo a letto. Poco dopo arrivò il medico di famiglia, che lo sbloccò con una iniezione, anche se ovvio, il dolore rimase.

Erano i tempi in cui non esisteva la guardia medica, ma i medici arrivavano in qualsiasi ora del giorno e della notte, generalmente a piedi, o al più in  bicicletta.
Il nostro non aveva molta strada da percorrere, ci conosceva come se fossimo parenti stretti e partecipava, comunque, alla vita familiare di tutti i suoi pazienti. L'ultima volta che mi capitò di incontrare il dottor Nino, ormai pensionato, durante un mio ritorno al  paesello, stava attraversando la piazza con due gelati nelle mani, che leccava con soddisfazione, uno alla volta. Al mio sguardo stupito, mi salutò, e spiegò che non era sua intenzione, mangiarne due, che uno era per la moglie, ma si stavano sciogliendo ed era un delitto lasciare che ciò accadesse. Giusto, ma conoscendolo sono convinta che alla signora, rimanesse ben poco da gustare.

Ecco, il ricordo del mal di schiena di papà, mi ha fatto sorridere, ieri, ma oggi se non colpita dal colpo della strega, mi ritrovo una dolorosa contrattura che mi fa muovere con cautela, come una che ha appena partorito, per intenderci. Una normale borghese dico, che la duchessa di Cambridge, ad esempio, dopo ore di travaglio, sembra pronta per una sfilata di moda. Parti privilegiati, of course.

Anche sdraiata sento fastidio, così all'alba, ho provato a mettermi della pomata, evitando di prendere farmaci, che poi, più che Tachipirina non posso assumere: la sua efficacia sul dolore non è esattamente il massimo. Il mio compagno di vita, la chiama, disprezzandola "tachipirlina".

Tutta colpa di uno strappetto che ho avvertito nel pomeriggio di ieri, quando ho sostato per troppo tempo in piedi, cercando di trattenere il terrier, mentre mio marito parlava con un suo ex collega.
Ora, Mr. Gi  è uno che attacca bottoni enormi e complici gli  ex compagni di lavoro, riesce a cucire anche le asole. Nel frattempo, pensavo a come facciano, ad esempio, i militari, a rimanere immobili per tanto tempo, magari di guardia, senza procurarsi dolorosi mal di schiena. Certo allenamento e  disciplina, cioè cose che non ho, fanno molto; poi, diciamolo, non sono un baldo giovane, ma una signora agée.

Bene, io non sono superstiziosa, ma mi guarderò bene in futuro, dal ridacchiare ancora, ricordando papà completamente bloccato, anche se la scena, era davvero irresistibile.
A ben pensarci, però il signor Francesco Giuseppe, quel giorno, era furibondo con tutti: aveva perso il suo classico aplomb, che proprio non ho ereditato.

Francesco Giuseppe, chiamato familiarmente Cecchino, non ti farò girare i "chitarrini", come dicevi, citando l'amato Gilberto Govi.  Giuro, o forse meglio di no; meglio  eh, che mi conosci bene, anche se io ci provo ancora a diventare una persona seria e diplomatica, come avresti voluto..
Sì, ci provo, ogni tanto...










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